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Colpa, responsabilità , tremila Rocio ogni anno.
Vi mando questa email da un gelido incrocio di Milano. Sono qui stasera per commemorare Rocio Espinoza Romero, una donna di 34 anni, investita e uccisa sulle strisce pedonali. Travolta da una persona alla guida di un camion che poi ha proseguito la sua corsa senza fermarsi.
La sua corsa verso cosa? Non si sa, ma è facile immaginarsi il suo panico e la sua disperazione. Così come saranno disperati i due figli piccoli di Rocio: un secondo prima la loro mamma li spingeva nel passeggino, il secondo dopo la loro mamma non c’era più. Rocio era anche una figlia, e sua mamma camminava accanto a lei. Che brutto doversi domandare qual è il dolore più forte, tra perdere la propria mamma e perdere la propria figlia.
Chissà se questa storia vi tocca, chissà se vi addolora. Un po’ sì? Sono più di 3.000 le storie simili in tutta Italia ogni anno. Il numero non sta scendendo, anzi aumenta (+8% primo semestre 2024 su 2023, dati ISTAT): è il dramma della violenza stradale.
Le soluzioni esistono, ad esempio:
• Introdurre nel Codice della Strada il principio di ‘gerarchia delle responsabilità ’: più è grande, pesante e quindi potenzialmente letale il mezzo che guidi, più hai responsabilità nei confronti delle altre persone con cui condividi la strada.
• Riconoscere nella velocità la prima causa di scontri mortali in ambito urbano e agevolare tutti quei provvedimenti – limiti di velocità più bassi, interventi fisici di moderazione del traffico – che mirano a ridurre la velocità massima dei mezzi a motore (ed è anche un modo per rendere il traffico più scorrevole).
• Riconoscere la funzione disincentivante e preventiva dei controlli elettronici su tutti i comportamenti più pericolosi (velocità eccessiva, distrazione, mancate precedenze) agevolandone l’installazione, la diffusione e l’efficacia.
• Investire per davvero nella ridistribuzione dello spazio pubblico delle nostre città , favorendo il trasporto pubblico e la mobilità attiva, riducendo così anche il traffico per chi ha effettivo bisogno dell’automobile.
È stato appena approvato un nuovo codice della strada ideologico che nulla fa per prevenire le più importanti cause di violenza stradale. Anzi: per quanto riguarda velocità , controlli automatici, promozione della mobilità attiva le soluzioni salva-vita sono addirittura ostacolate.
Scrivendovi vi faccio un appello. Quale che sia la vostra responsabilità da questo momento moltiplicate per 3.000 il dolore che sentite quando pensate a quella di Rocio. E fate del contrasto alla violenza stradale la vostra priorità di governo.
Se le colpe delle morti sono individuali e le stabilisce la magistratura, la responsabilità per delle infrastrutture e delle norme che non garantiscono la vita dei cittadini è anzitutto delle istituzioni – cioè voi.